Se vogliamo che un messaggio d'amore sia udito, spetta a noi lanciarlo.
Il Cristo Pantocratore
Sulla facciata della chiesa, dentro una cornice trapezoidale, vi è un Cristo Pantocratore in mosaico, su cartone di Bava, eseguito sempre dall'arch. Colledani. L'immagine è imponente. L'espressione del volto è solenne, i tratti marcati e severi esprimono l'impassibilità della divinità, gli occhi dolci e profondi accolgono dentro l'abisso della potenza e misericordia divina.
Fregio Rombo
Con la mano destra benedice i fedeli che vengono in chiesa per celebrarlo, o quelli che numerosi nella giornata passano lungo la strada carichi di problemi e di ansie, nella sinistra sorregge un vangelo aperto con le parole: "Io sono la via, la verità, la vita". La veste è di porpora, segno della sua natura divina, il manto è azzurro, segno della sua umanità. Il Pantocratore è a mezzo busto. Sotto, vi sono due angioletti che in volo sostengono un cartiglio con la scritta: "Santa Maria di, Loreto, prega per noi". Dentro la lunetta esterna sulla porta centrale, vi è una Sacra Famiglia: in primo piano vi è la Madonna seduta che tiene sulle ginocchia il Bambino, a fianco S. Giuseppe, in piedi, sullo sfondo le case di Nazareth. Il mosaico richiama il titolo della Chiesa: Loreto, cioè la Santa Casa, la Santa Famiglia di, Nazareth. Ai lati, vi sono due rombi incavati e incorniciati con in mosaico la lettera M (Maria) e un giglio.
Al di sotto trova spazio la bellissima Sacra Famiglia.
La Sacra Famiglia
L'Abside
L'abside della chiesa di Loreto, nelle opere di ornamento, è divisa in due sezioni: il catino e la parte inferiore. Nel catino vi è un Cristo circondato dall'iride e assiso in trono, adorato da due piccole schiere di angeli. E' un dipinto a tempera eseguito da Salvatore Cascone da Ragusa intorno agli anni Sessanta a conto dell'Istituto d'Arte Beato Angelico di Milano. Uno splendido mosaico ha ripreso fedelmente la tempera precedente, ormai illegibile a causa dell'umidità e della cattiva conservazione. In esso il Cristo è in trono, con la sinistra sorregge il Libro sacro aperto e con su scritto: Ego sum lux mundi (lo sono la luce del mondo). Ai piedi del Cristo. sotto la cornice, vi si legge: Qui sequitur me non ambulat in tenebris (Chi segue me non brancola nelle tenebre). La destra del Cristo è nel gesto della benedizione. Il Cristo è seduto su una cattedra preziosa che indica la maestà; è circondato da un'iride intensa animata da alcune nuvolette, tutti segni della divinità. Gli angeli in adorazione, tre per lato, sono un'ottima cornice. Nella parte inferiore, dal basso verso l'alto, il grande mosaico su sfondo oro presenta una serie dì gigli e di, rose (Maria, "giglio delle convalli", "rosa mistica"); più sopra vi è la Vergine Madre col capo nimbato, adorna dì veste celeste (espressione del suo essere creatura umana) col maforion purpureo (segno della regalità, dono del suo essere piena di grazia). Il volto pensoso è dolce e materno e si volge ad ogni uomo che è diretto alla gloria attraverso la croce: Immagine della Chiesa, che porta in sè la salvezza pur attendendola ancora. Le tre stelle sul maforion (una sul capo e due sulle spalle) celebrano ed esaltano la sempre Vergine nell'anima e nel corpo: vergine prima durante e dopo il parto; o, se vogliamo seguire un'altra interpretazione, simbolo della croce, in quanto Madre di quel Bambino, che è posto a rovina e a resurrezione di molti in Israele, mentre una spada avrebbe dovuto trapassarle l'anima.
Maria
Ambedue le braccia della Madre sorreggono il Figlio divino, che, come offerta d'amore infinito del Padre, viene dato ai fedeli. Il volto del Bambino, più che severità e maestà rivela serenità e pace, sicurezza e fiducia. Il volto della Madre ha qualcosa della tristezza di questa terra, il Volto del Cristo è la trasparenza di Dio, sicuro dolce e luminoso. Il celeste Bambino, nìmbato e con vestina di seta, con la manina destra benedice, con la sinistra tiene il cartiglio arrotolato (Vangelo? Lista dei peccati perdonati?). Due piccole schiere di angeli incedono quasi in processione dai due lati verso il centro, cioè verso la Vergine col Bambino, portando doni: incenso e fiori. Più sopra ancora, su un verde prato, irrorato dall'acqua deì setti canali (sacramenti) che zampillano dalla roccia su cui troneggia l'Agnello in mezzo all'iride, si nutrono le pecore, volte verso "l'agnello di Dio, Colui che toglie i peccati del mondo". Possiamo dire che tutto il mosaico, anche se al centro campeggia l'icona della Theotokos, è cristologìco ed ecelesiologico. Infatti, Maria ci dona il Cristo e noi accogliamo il Cristo da Maria. Ai piedi degli Angeli è trascritta l'antica preghiera: "Ave Regina Caelorum, Ave Domina Angelorum/ Vale o valde decora. Pro nobis Christum exora" (Ave Regina dei cieli, Ave Signora degli Angeli/ o tutta bella, prega per noi Cristo). L'ispirazione del nostro mosaico, provenne da un'icona di Costantinopoli del VII secolo. Ma esso è nella nostra tradizione spirituale; basta ricordare la Madonna della "Ciambretta", icona musiva antichissima conservata a Messina.
Beata Caterina Troiani, S. Cipriano da Reggio, S. Giovanni, S. Rita da Cascia
Nelle colonne della chiesa sono effigiati alcuni santi, per cui vi sono particolari legami devozionali. A destra, la Beata Caterina Troiani, fondatrice delle nostre suore, che accoglie una fanciulla, su disegno di Airam. S. Cipriano da Reggio, santo medico e anacoreta al tempo di Calamizzi, nel territorio di Sbarre; su disegno di Airam. Santa Rita da Cascia, santa del coraggio e della fiducia, tratta di immagini popolari. S. Luca Evangelista, e dal lato opposto, San Marco Evangelista, entrambi su disegno di Airam.
S. Marco, S. Giovanni Bosco, S. Lucia
S. Paolo, S. Pietro, S. Andrea
Dal lato sinistro, S. Giovanni Bosco che accoglie un ragazzo su immagine fornita da Ernesto Malvi, capo scout "Reggio 12" (Loreto). Santa Lucia, di Siracusa, su disegno di Airam. San Leo di Bova, venerato anche ad Africo, e a sud di Reggio, su disegno di Airam. Di fronte a San Giovanni Bosco c'è San Paolo Apostolo, su un disegno classico, con ai piedi la colonna infuocata e la scritta: Costeggiando giungemmo a Reggio (Atti 28, 13).
S. Tommaso, S. Giuda, S. Giacomo, S. Filippo
Sulle colonne dei muri parimetrali vi sono 10 apostoli e altri due sono, su colonne centrali, su disegno di Airam.
S. Giovanni Battista, angeli oranti, S. Giuseppe
Davanti alle due porte laterali, dietro gli antiporta, sulle rispettive colonne, vi sono due acquasantiere con sopra due angeli oranti stilizzati, e l'invito: Adoremus Dominum e Venite adoremus, nell'altro. Tanta schiera di angeli e di santi aiutano anche visivamente alla loro imitazione, alla sequela di Cristo, e al cammino sicuro, tra le vicissitudini del tempo, verso la Patria eterna.
Altri tre mosaici, all'interno della chiesa, raffigurano tre santi e richiamano tre aspetti peculiari della vita di questa parrocchia. Su due colonne, accanto all'abside, vi sono rispettivamente l'immagine di S. Francesco di Assisi e diS. Francesco di Paola. Essi, oltre la memoria della loro santità, richiamano l'opera preziosa dei loro figli nei due conventi: i minori, predicatori e benefattori in tutte le necessità alle popolazioni di Sbarre dal 1500 in poi; i minimi, col loro convento dentro il territorio della parrocchia di Loreto, padri spirituali e sempre presenti e operanti tra la gente.Sulla porta centrale, all'interno, dentro la lunetta, vi è unSan Nicola di Bari, a mezzo busto, con ai lati tre fanciulli e una ragazza. Evidentemente è un richiamo a famosi episodi della vita del santo. Ma è anche un richiamo alle origini della parrocchia. Infatti, tutto il territorio di Sbarre intorno al 1500 era parrocchia di S. Nicola delle Colonne o dei Miracoli.
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